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Bankitalia conferma le stime sul Pil, +0,6% nel 2025

NewsBankitalia conferma le stime sul Pil, +0,6% nel 2025

Dopo il significativo ritocco avvenuto lo scorso aprile, la Banca d’Italia ha confermato le stime di sviluppo economico per il Paese: un incremento del 0,6% del PIL quest’anno, un aumento dell’0,8% il prossimo, seguito da un ulteriore 0,7% nel 2027.

L’istituzione chiarisce che queste valutazioni si basano su una metodologia concordata all’interno dell’Eurosistema delle banche centrali, utilizzando dati destagionalizzati e aggiustati per le giornate lavorative. Se non fossero state applicate queste correzioni, le proiezioni di crescita sarebbero del 0,5% per quest’anno, dello 0,9% per il prossimo e dello 0,7% per il 2027, confermate anch’esse rispetto alle stime precedenti.

Inoltre, tali stime risultano in parte già “obsolete”, considerando che sono state formulate sulla base delle informazioni disponibili al 14 maggio per le ipotesi tecniche e al 20 maggio per i dati congiunturali; ci si trova infatti in un periodo in cui ogni settimana si riscontrano cambiamenti significativi, specialmente riguardo a una delle principali incognite: i dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump negli Stati Uniti e le possibili contromisure da parte di altre nazioni, inclusi gli Stati membri dell’Unione Europea.

La stessa Banca d’Italia menziona un’incertezza “molto alta” proprio riguardo la questione dei dazi. “Un ulteriore inasprimento potrebbe avere un impatto negativo significativo sull’economia, in particolar modo sulle esportazioni e sugli investimenti – si legge – soprattutto se dovesse andare di pari passo con una continua incertezza elevata”.

Inoltre, secondo Bankitalia se alla fine Washington decidesse di ripristinare i dazi ai livelli annunciati all’inizio di aprile (con i cosiddetti dazi “reciproci”) e “se l’incertezza rimanesse alta”, la crescita potrebbe essere inferiore di due decimali rispetto alle previsioni di quest’anno e di mezzo punto percentuale nei due anni successivi. In sintesi, nel triennio si registrerebbe una riduzione cumulativa fino a 1,2 punti percentuali nella crescita.

Giovanni Lombardi Stronati

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