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Giorgia Soleri e l’arrivo del menarca: “Fu uno strazio, sognavo la menopausa”

SanitàGiorgia Soleri e l’arrivo del menarca: “Fu uno strazio, sognavo la menopausa”

ROMA – L’arrivo del menarca, per me, è coinciso con un nuovo, inaspettato desiderio: l’arrivo della menopausa. E mentre mia madre correva per le scale urlando ‘sei diventata una signorina!’, io mi contorcevo dal dolore chiedendomi per quanti anni avrei dovuto sopportare quello strazio. In quel momento, a 14 anni e 15 giorni, ho scoperto la realtà di un corpo che ti si rivolta contro”. Giorgia Soleri, influencer e attivista per i diritti delle donne, invitata a parlare sul podio durante un evento sull’endometriosi alla Camera, ha consegnato alla platea un racconto intimo sulla patologia, fortemente invalidante, che l’affligge da quando è adolescente.

DIAGNOSI DOPO ANNI DI SOFFERENZE PERSISTENTI

Nata a Milano 28 anni fa, l’attivista ha ricevuto la sua diagnosi nel marzo 2021, dopo anni, come ha più volte raccontato, di sofferenze persistenti. “Avevo già sfortunatamente conosciuto il dolore, fisico ed emotivo- ha raccontato Giorgia Soleri- A 4 anni i miei genitori si erano separati tra violenza, fughe e ricoveri in psichiatria. Avevo passato mesi vivendo con mia madre in una casa senza gas, mangiando pane stantio riempito di ketchup, lavandomi in una bacinella riempita di acqua scaldata con il fornello elettrico, quello che si usa in campeggio.

A 8 anni, 11 giorni dopo la nascita del mio primo fratellastro, ero stata investita da una macchina – incidente di cui riporto ancora molte cicatrici – e ricoverata un mese in ospedale”. Ma quello legato al menarca, ha sottolineato l’influencer, era un dolore diverso: “Veniva direttamente dalle mie viscere, bruciava come se dentro me si fosse scatenato l’inferno e io non avessi modi o strumenti per mettere a tacere quell’urlo straziante che veniva dal mio ventre, per spegnere l’incendio che stava divampando dentro me. Questa volta non potevo incolpare niente di esterno: quel male era dentro me, era me”. Perché quando l’influencer scese dal pullman dopo le due ore di percorso necessarie a raggiungere il deserto e riuscì a raggiungere il primo bagno disponibile, “non solo trovai l’assorbente intriso in ogni millimetro di vivo rosso sangue, ma anche le mutande e i pantaloncini di jeans che avevo deciso di indossare quel giorno. Mentre chiedevo a mia madre come fare a coprire la scena del ‘delitto’- ha proseguito Giorgia Soleri- quei vestiti intrisi di riconoscibilissimo sangue mestruale, cercavo di trattenere le lacrime talmente calde da farmi bruciare gli occhi – ardevano di vergogna come io ardevo di dolore. La risposta fu un’espressione perplessa e un non troppo convinta ‘è solo la seconda volta, succede di non sapere come fare, imparerai’”.

“SVEGLIA OGNI DUE ORE PER CAMBIARE L’ASSORBENTE”

E Giorgia le provò tutte: “Iniziammo dagli assorbenti senza ali: ‘forse sei troppo magra e le ali ti fanno sporcare’, diceva mia madre. Quando capimmo che il problema non erano le ali, provammo con i classici assorbenti da giorno: stesso risultato. A quel punto- ha raccontato- fu la volta degli assorbenti da notte: idem. Tentammo con l’ultima trovata commerciale: gli assorbenti super mega innovativi, prodotti con un materiale nuovissimo in grado di adattarsi perfettamente al corpo di qualsiasi donna. Niente da fare, nemmeno quella volta”. I giorni e le notti successive, di quel mai puntuale appuntamento mensile, l’attivista imparò a gestirli a modo suo: “Con una sveglia ogni due ore per poter cambiare l’assorbente. Per sicurezza dormivo con un asciugamano scuro steso sotto di me, erano ormai troppe le lenzuola che avevo irrimediabilmente macchiato con il simbolo del mio sviluppo, tanto simile alla mia condanna. Eppure quel primo anno dal menarca le mie mestruazioni, pur travolgendomi con la forza di uno tsunami – metaforicamente e letteralmente – vennero a trovarmi solo tre volte”.

“TROPPO DOLORE, TROPPA QUANTITÀ” 

Fu la quarta volta, all’inizio del secondo anno, che iniziò a destare i suoi sospetti: “Il dolore (del ciclo) era troppo- ha fatto sapere Giorgia Soleri- la quantità era troppa, la dose di antidolorifici (presi, tra l’altro, inutilmente) decisamente troppo. Mia mamma mi accompagnò nel centro più rinomato delle nostre zone, e così feci la mia prima visita ginecologica. Il referto, che ancora conservo, recitava: dismenorrea (il dolore durante la mestruazione) 9/10″. E nonostante l’influencer lamentasse un dolore quasi insopportabile, le fu proposta la pillola anticoncezionale: “Non avevo ancora avuto rapporti e mia mamma non era d’accordo con l’idea di iniziare ad assumere ormoni così presto.

LA PRESCRIZIONE DI UN INTEGRATORE

Quindi mi venne prescritto un integratore, con la frase che negli anni tra il dolore cieco e la (o forse dovrei dire ‘le’) diagnosi, più di tutte diventò tagliente come una lama: “Signorina, lei è in perfetta salute’ e tutte le sue eventuali declinazioni. Come si possa essere ferite da una notizia tanto lieta, per molte persone rimane ancora oggi un mistero. Ed ecco perché ho deciso di parlarne”, ha chiosato Soleri. 

L’articolo Giorgia Soleri e l’arrivo del menarca: “Fu uno strazio, sognavo la menopausa” proviene da Agenzia Dire.

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