ROMA – Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha incontrato, a Roma, Gino Cecchettin, il papà di Giulia, all’indomani della condanna all’ergastolo di Filippo Turetta per l’omicidio della ragazza. Un colloquio di circa 45 minuti definito “costruttivo” e che “porterà a delle novità”.
È stato firmato un protocollo d’intesa tra la Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin e il ministero dell’Istruzione e del Merito. A siglarlo, a Roma nel dicastero a viale Trastevere, il ministro Giuseppe Valditara e Gino Cecchettin.
FIRMATO PROTOCOLLO FONDAZIONE-MIM SU AZIONI COMUNI
Con Gino Cecchettin, ha detto Valditara, “abbiamo un obiettivo comune, che è quello di combattere la violenza contro le donne. Da questo punto di vista vogliamo lavorare concretamente. Il tema è troppo importante perché possa essere oggetto di strumentalizzazione di qualsiasi genere. Abbiamo siglato un protocollo tra la Fondazione Cecchettin e il ministero per azioni comuni che prevede tra le varie la formazione dei docenti, all’interno del percorso di educazione civica, sull’educazione al rispetto nei confronti delle donne”.
“Quindi- ha proseguito Valditara- le testimonianze dei giovani e il monitoraggio dei risultati raggiunti. Riteniamo che sia importante affermare la cultura del rispetto contro qualsiasi violenza, in particolare quella contro le donne. Le famiglie devono darci una mano, occorre una grande cambiamento culturale. Serve affermare anche il valore del no”.
“Ringrazio il ministro per questo incontro- sono state invece le parole di Gino Cecchettin- e lo ringrazio per avere diffuso nelle scuole la lettera che scrissi per Giulia. È stato un buon punto di partenza e oggi lo riaffermiamo. Noi per primi abbiamo dato un segnale di rispetto verso le persone con questo incontro. Abbiamo stilato un’agenda da portare avanti e inizieremo a lavorare su questi punti e li porteremo tra i giovani e in tutte le scuole”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it