Istat: 5,7 mln di persone in povertà assoluta, top dal 2014
Milano, 15 mag. (askanews) – Nella fase di ripresa dallo choc del 2020, l’Italia è l’economia che, tra le quattro maggiori dell’Ue, è cresciuta a un ritmo più elevato, recuperando il livello del Pil di fine 2019 già nel terzo trimestre del 2021. Alla crescita si è associato il buon andamento del mercato del lavoro. È quanto rileva il rapporto annuale dell’Istat che sottolinea come tuttavia la crescita dell’economia sia accompagnata da un aumento della povertà.L’inflazione ha avuto effetti differenziati sulle imprese e, in particolare, sulle famiglie, con le retribuzioni che non hanno tenuto il passo, riducendo il potere di acquisto soprattutto delle fasce di popolazione meno abbienti.Nonostante i miglioramenti osservati, sul mercato del lavoro negli ultimi anni, l’Italia conserva infatti una quota molto elevata di occupati in condizioni di vulnerabilità economica. Tra il 2013 e il 2023, rileva l’Istat, il potere d’acquisto delle retribuzioni lorde in Italia è diminuito del 4,5% mentre nelle altre maggiori economie dell’Ue27 è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania.Per l’effetto del forte rialzo dei prezzi degli ultimi tre anni le spese per consumo delle famiglie sono diminuite in termini reali ed è aumentata la distanza tra le famiglie più e meno abbienti. Questo aumento della sofferenza economica si è riflessa nel contemporaneo peggioramento degli indicatori di povertà assoluta, che ha colpito nel 2023 il 9,8% della popolazione, raggiungendo livelli mai toccati negli ultimi 10 anni (per un totale di 2 milioni 235mila famiglie e di 5 milioni 752mila individui in povertà).