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Ipertensione arteriosa polmonare, al via la campagna di MSD

video newsIpertensione arteriosa polmonare, al via la campagna di MSD

Un’immersione “al cuore del respiro” per conoscerla in profondità

Roma, 28 nov. (askanews) – Una costante “fame d’aria”: è la drammatica esperienza condivisa dalle persone che convivono con l’ipertensione arteriosa polmonare, la patologia che “toglie il respiro”. Una condizione rara, progressiva e invalidante, poco conosciuta, che compromette la quotidianità e la vita sociale, lavorativa e affettiva del paziente con un pesante impatto sulla famiglia e sul caregiver.Proprio per accrescere la conoscenza e la consapevolezza su questa grave condizione clinica, che, se non adeguatamente trattata, degenera coinvolgendo anche il cuore, l’azienda farmaceutica MSD – con il patrocinio di Associazione Malati Ipertensione Polmonare e Associazione Ipertensione Polmonare Italiana – promuove la campagna di sensibilizzazione “Al Cuore del Respiro. Ipertensione arteriosa polmonare, conoscila in profondità”.Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratrice Delegata MSD Italia: “L’impegno di MSD Italia è un impegno concreto che oggi punta i suoi riflettori su una campagna di comunicazione sulla corretta informazione, proprio perchè ancora oggi purtroppo in questa malattia rara esiste ancora troppo tempo all’arrivo della corretta diagnosi. Lo scorso anno abbiamo investito 103 milioni di euro in ricerca clinica e sviluppo, che rappresenta più del 15% di tutti gli investimenti in ricerca clinica del nostro Paese. In Italia abbiamo i migliori ricercatori, i migliori clinici al mondo ed è importante che i pazienti italiani non solo possano trovare espressione all’interno della ricerca clinica, ma soprattutto possano avere accesso tanti anni prima a quella che è l’innovazione del futuro, perchè la loro vita da oggi possa essere diversa”.In Italia sono circa 3.500 le persone con ipertensione arteriosa polmonare: è caratterizzata da un aumento della pressione del sangue nelle arterie polmonari, con conseguente affaticamento del cuore. Sintomi aspecifici possono ritardare la diagnosi di anni, mentre il fattore tempo è determinante per garantire un accesso tempestivo ed equo alle migliori cure.Nonostante aspettativa e qualità di vita siano migliorate negli ultimi anni, grazie alla ricerca che ha reso disponibili farmaci sempre più efficaci, permane un grande bisogno di nuove prospettive terapeutiche per i pazienti.Michele D’Alto, responsabile Centro per l’Ipertensione polmonare Ospedale Monaldi Napoli: “Si sensibilizzano i medici, cardiologi, pneumologi, che non sono strettamente coinvolti nella cura della patologia, ma che possono fare rete e inviare i pazienti ai centri esperti. E’ importante creare una rete tra i centri meno esperti e i centri più esperti perchè la malattia si presenta in maniera subdola. La diagnosi può essere fatta attraverso una serie di esami: l’ecocardiogramma, il cateterismo cardiaco. Attualmente abbiamo molti farmaci per curare questa malattia”.La campagna di MSD ridefinisce la narrativa della patologia, raccontandola attraverso la metafora dell’esperienza immersiva e del viaggio profondo, quella di chi si immerge in apnea nelle profondità marine, un ambiente ostile, buio, silenzioso e sfida i propri limiti cercando con determinazione e coraggio di superarli ogni volta per risalire lentamente verso la luce e l’aria. Per questo la campagna ha una testimonial d’eccezione, la campionessa mondiale di apnea Alessia Zecchini.Alessia Zecchini, campionessa mondiale di apnea: “Il respiro per noi è qualcosa troppe volte scontato. Sapere che alcuni pazienti devono affrontare una limitazione veramente debilitante mi ha portato ad essere subito in contatto diretto con loro. Il viaggio che deve affrontare il paziente è dentro se stesso, affrontando le proprie paure, le proprie limitazioni fisiche, e questo non deve essere fatto mai da soli, come un atleta deve essere seguito da un team”.Sul sito della campagna www.alcuoredelrespiro.it, attività social, video, interviste ed approfondimenti sono a disposizione dei pazienti per aiutarli a conoscere meglio la patologia con cui convivono.

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