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Lidl Italia: nel 2022 contributo al pil di 7,2 mld, pari allo 0,4%

AttualitàLidl Italia: nel 2022 contributo al pil di 7,2 mld, pari allo 0,4%

Nel prossimo triennio 1,5 mld investimenti per aprire 50 negozi l’anno
Milano, 13 mag. (askanews) – Il contributo complessivo di Lidl Italia al Pil del Paese nel 2022 è stato pari a 7,2 miliardi, lo 0,4% del prodotto interno lordo, se si considera il complesso delle filiere attivate. Per capirne il peso occorre pensare che è il 22% in più del valore aggiunto del comparto siderurgico e 3,2 volte quello dei trasporti marittimi. A misurare il valore creato dal discount per l’economia italiana è il “Bilancio di impatto socio-economico di Lidl in Italia” realizzato da The European House – Ambrosetti.
“Per noi questi numeri sono motivo di grande orgoglio – ha detto Massimiliano Silvestri, presidente Lidl Italia – Negli ultimi 5 anni abbiamo investito oltre 2,1 miliardi di euro nella rete nello sviluppo della rete logistica, della modernità dei punti vendita. Quindi il nostro successo non è frutto di casualità ma è basato su una grandissima politica di investimenti, di consolidamento di quello che è il nostro marchio nel territorio italiano”.
Nel 2022 Lidl è diventata il settimo operatore nel mercato della gdo italiana, dal 12esimo del 2013, con una quota che sfiora il 6%. Il fatturato ha toccato i 6,7 miliardi di euro con una crescita media annua negli ultimi 10 del 9,1%. Nel 2023 ha continuato a crescere a un tasso del 7%, con un +2% imputabile ai volumi a il restante 5% all’inflazione.
Tutti numeri che hanno concorso alla creazione di un valore aggiunto considerevole nell’ultimo decennio: “Il valore aggiunto consolidato dei dieci anni supera gli 8 miliardi di euro e Lidl come politica ha quella di non distribuire dividendi agli azionisti – ha messo in evidenza Valerio De Molli, managing partner & Ceo The European House Ambrosetti – Ho voluto confrontare questi 8 miliardi di valore aggiunto generato con quanto le top 10 quotate nella Borsa italiana hanno distribuito agli azionisti nell’ultimo decennio che sono 110 miliardi Quindi circa l’8% di quanto Lidl ha generato come valore in questo Paese è rimasto sull’ecosistema del Paese 00.01.40
Tutto questo si porta dietro un impatto sull’occupazione che è cresciuta a un tasso dell’8,8% medio annuo, per un totale di occupati diretti che nel 2023 ha superato i 22mila. Non solo; Lidl con i suoi 6,2 miliardi di beni e servizi acquistati in Italia rappresenta un traino alle esportazioni di prodotti alimentari che riforniscono gli scaffali dei punti vendita dell’insegna all’estero. “Sono circa 550 i partner fornitori di Lidl con diversi brand della marca – ha detto De Molli – Questo sottoinsieme di aziende, che è partner da più di cinque anni, ha come gruppo un moltiplicatore di crescita di fatturato, valore aggiunto, dipendenti e investimenti che è un multiplo più alto, per la precisione tra due e mezzo e cinque, di tutti gli altri concorrenti”.
A questo occorre aggiungere l’impatto fiscale di oltre 4,2 miliardi di euro, 2 volte in più rispetto a quanto previsto dal Pnrr per i servizi digitali e la cittadinanza digitale. E nel futuro dell’insegna di discount ci sono ulteriori investimenti che ne estenderanno la presenza in tutte le regioni, compresa la Basilicata dove entro fine anno apriranno i primi due supermercati: “La nostra volontà è quella di aprire 50 negozi l’anno nei prossimi tre anni con un investimento di circa un miliardo e mezzo – ha detto Silvestri – che ci permetterà comunque di fare un ulteriore passo avanti in quello che è il radicamento da parte di Lidl Italia nel territorio italiano. e aree Nielsen 3 e 4 sono quelle in cui noi siamo meno presenti rispetto alle 1 e 2 dove siamo storicamente leader di mercato nel nostro segmento. Per noi i prossimi anni avranno chiaramente l’obiettivo di una crescita organica in queste aree del Paese”.
Il traguardo è quello di arrivare al 2030 con 1.000 punti vendita lungo lo Stivale, con la creazione di oltre 5.000 nuovi posti di lavoro diretti, accanto allo sviluppo di una spina dorsale logistica che vedrà a settembre l’apertura del polo di Assemini in Sardegna.

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