ROMA – “Il recente incontro tra la divisione Internazionalizzazione della Livolsi & Partners che presiedo, guidata dal nostro direttore Alberto Conforti, e la delegazione di giovani imprenditori cinesi, provenienti da Hangzhou, capoluogo della Provincia dello Zhejiang, offre uno spunto di riflessione illuminante sulle potenzialità ancora inespresse dell’Italia. Le visite organizzate presso aziende iconiche come Ducati, Lamborghini, Poliform, Herno e Dell’Orto hanno messo in luce l’unicità del nostro Paese, in cui il legame tra industria, territorio e natura diventa elemento centrale e distintivo del successo imprenditoriale”.
La riflessione di Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A., nel nuovo appuntamento della sua rubrica con l’agenzia Dire, curata da Angelica Bianco. “A differenza della Cina- spiega- dove l’industria si sviluppa in contesti caratterizzati da vasti conglomerati urbani (megalopoli), le aziende italiane spesso nascono e prosperano in contesti territoriali più piccoli, dove si percepisce la vicinanza alla natura e in un contatto diretto con l’artigianato locale. Questa realtà favorisce una dimensione umana del lavoro, dove i dipendenti non sono alienati dal contesto in cui operano, ma al contrario possono persino trovare ispirazione nel paesaggio circostante. È un modello in cui l’innovazione tecnologica e il rispetto per l’ambiente si intrecciano, garantendo non solo la tutela del territorio, ma anche un benessere diffuso tra le persone. La delegazione cinese ha potuto apprezzare come aziende di successo, quali Poliform, Dell’Orto ed Herno – le prime due hanno sede in Brianza, la terza sul Lago Maggiore – mantengano il loro radicamento territoriale, senza sacrificare la modernità e la competitività sui mercati internazionali. La forza di queste aziende risiede nella capacità di armonizzare tradizione e innovazione, artigianato e tecnologie all’avanguardia, in un contesto paesaggistico che favorisce la creatività e la serenità psicofisico dei lavoratori”.
“Un formidabile punto di forza percepito- continua Livolsi- è il contatto diretto con l’artigianato, che resta una risorsa ineguagliabile per l’industria italiana. Il connubio tra innovazione e tradizione, tra alta tecnologia e manualità, come visto nelle fabbriche di Lamborghini e Ducati – entrambe emiliane, distanti pochi chilometri l’una dall’altra ed in un contesto industriale più affollato rispetto ai precedenti esempi – ha confermato come sia stato possibile coniugare l’eccellenza tecnologica con l’impiego di risorse umane locali, favorendo lo sviluppo del territorio e la creazione di prodotti unici, espressione della creatività e dell’eccellenza italiana. Questo è un aspetto che ha affascinato gli imprenditori cinesi, abituati a modelli industriali molto diversi. Il contesto locale offre altri vantaggi. Oggi, grazie alle nuove tecnologie e al lavoro da remoto, è possibile preservare questo legame senza rinunciare alla produttività. Anzi, le aziende italiane hanno l’opportunità di sfruttare le potenzialità del lavoro agile per ampliare il proprio bacino di talenti, senza dover forzare i lavoratori a concentrarsi nelle grandi città”. “Il nostro Paese deve riscoprire e valorizzare i propri punti di forza e continuare a esportare il proprio modello come esempio di sostenibilità e competitività. In un mondo sempre più globalizzato, la competizione si gioca sulla capacità di creare un equilibrio tra innovazione, tradizione e rispetto per l’ambiente. E in questo- conclude- l’Italia ha molto da insegnare”.
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