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No, Trump non vincerà il Nobel per la pace (e la Norvegia trema)

MondoNo, Trump non vincerà il Nobel per la pace (e la Norvegia trema)

ROMA – Con ogni probabilità Donald Trump non vincerà il Premio Nobel per la pace 2025. Il Comitato ha fatto sapere di aver scelto il vincitore già lunedì, prima che Israele e Hamas trovassero un accordo sul cessate il fuoco. Il che rende la sua candidatura parecchio improbabile. Eppure in Norvegia temono la possibile vendetta del presidente americano, che da mesi si auto-incensa come l’architetto della pace in Medio Oriente e di almeno altre sei risoluzioni di guerre in giro per il mondo.

Il direttore dell’Istituto del Nobel e segretario ufficiale della Commissione del premio, il norvegese Kristian Berg Harpviken spiega a Repubblica: “Abbiamo avuto il nostro ultimo incontro lunedì 6 ottobre e non ce ne sono altri in programma”. Il riconoscimento va “alla persona che si è distinta nell’anno precedente”. Quanto accaduto, dunque, dopo il 31 gennaio 2025, praticamente non conta.”Dobbiamo essere pronti a tutto”, ha avvertito Kirsti Bergsto, leader socialista e voce della sinistra norvegese. “Trump è instabile e autoritario. Quando un presidente si comporta così, meglio tenere la cintura di sicurezza allacciata”. Il punto è che Trump non ha mai nascosto di sentirsi un Nobel mancato. A luglio avrebbe persino chiamato Jens Stoltenberg per chiedere lumi, e lo ha pubblicamente ripetuto all’ONU.Arild Hermstad dei Verdi ha riassunto il pensiero generale, in Norvegia: “Il premio per la pace si guadagna con la coerenza, non con i tweet”. E anche chi ammette che Trump abbia avuto un ruolo nel cessate il fuoco a Gaza, precisa che “un gesto tardivo non cancella anni di caos, divisioni e minacce”.Intanto il direttore dell’Istituto norvegese per il Nobel, Kristian Berg Harpviken, ha ribadito che le decisioni del comitato sono “totalmente indipendenti”. Certo, il fatto che i membri siano nominati dal Parlamento non aiuta a convincere chi, come Trump, non distingue un’istituzione da un fan club.Il giornalista Harald Stanghelle dice al New York Times di essere pronto al peggio: “Trump è imprevedibile. Non direi che abbiamo paura, ma la situazione può diventare complicata”. Le sue ipotesi di ritorsione spaziano dai dazi alla Nato fino all’assurdo scenario in cui la Norvegia finisca nella lista dei “nemici” di Washington.Nina Graeger, del Peace Research Institute di Oslo, invece, riporta tutti coi piedi per terra: tra i favoriti ci sono il network di volontari sudanesi “Emergency Response Rooms”, il “Committee to Protect Journalists” e la “Women’s International League for Peace and Freedom”. In ogni caso Trump è riuscito a trasformare l’annuncio in una questione personale, rubando la scena: comunque vada il titolo sarà “Trump non ha vinto il Nobel”, con i veri vincitori nel suo enorme cono d’ombra.
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