Numeri record secondo gli organizzatori: 3mila espositori e 3mila buyer
Milano, 7 mag. (askanews) – Sono stati i ministri delle Imprese e dell’Agricoltura, Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, a inaugurare la 22esima edizione di Cibus, in scena negli stand di Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio. Un’edizione con numeri record dicono gli organizzatori: oltre 3.000 espositori su una superficie di 120mila metri quadrati (e una lista di attesa di 600 aziende) accanto alla presenza di 3.000 top buyer provenienti provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente.
“Il made in Italy – ha detto Il ministro Urso che ha preso parte al convegno inaugurale col collega Lollobrigida – ormai è sinonimo in tutto il mondo di prodotto di qualità ed eccellenza. Cibus di fatto oggi fa la sua vera e grande riapertura dopo gli anni dei cigni neri e sono lieto di essere qui con tutte le altre istituzioni ma soprattutto con le imprese che sono i veri attori dell’economia. Il nostro Paese, infatti, è composto da imprese e da persone che sono l’espressione autentica della peculiarità del nostro sistema industriale che porta sul mercato prodotti capaci di stare nel mondo perché considerati quelli belli, buoni e ben fatti e per questo nella gamma della produzione internazionale noi siamo nella serie A e lo siamo grazie all’alimentazione”. “La nostra Nazione, grazie all’impegno del governo Meloni e al duro lavoro dei nostri agricoltori, produttori e imprenditori, sta dimostrando incoraggianti segnali di crescita. L’Italia si conferma terra di eccellenza e vincente nei mercati esteri – ha detto Lollobrigida – Uno straordinario risultato che evidenzia la qualità dei prodotti made in Italy, la solidità del nostro tessuto imprenditoriale e la nostra capacità di fare sistema per conquistare i mercati globali”.
Nel corso della giornata inaugurale sono stati presentati i dati della ricerca realizzata dal Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica, in collaborazione con Fiere di Parma. Lo studio evidenzia in particolare come nel decennio 2013 – 2023 la crescita italiana nell’export agrifood è stata del 27% rispetto al 12% della media europea. Un risultato che ha portato i prodotti agroalimentari italiani venduti all’estero a sfiorare i 64 miliardi di dollari, circa il 10% dell’export europeo (679 miliardi di dollari), collocando il nostro Paese al quarto posto nel 2023 per sviluppo dell’export in Europa
A livello globale, l’Europa mantiene la leadership mondiale, con una quota di mercato del 2022 superiore al 40%; in particolare dal 2020 si può notare una leggera riduzione della quota di mercato dell’Europa a vantaggio di America e Asia: nel 2022, il 22,4% del food export mondiale è asiatico, mentre il 29,5% americano. Quote di mercato inferiori rispetto a quella del nostro continente, ma sicuramente rappresenta una dinamica “erosiva” da tenere sotto osservazione.
L’andamento emerge più chiaro se si guardano le serie storiche indicizzate, assumendo come base l’anno 2013. Qui emerge chiaramente la diversa velocità relativa di crescita (e decrescita) negli anni delle macroaree. Il dato mondo, infatti, è la composizione di un’ America e un’Asia capaci di totalizzare rispettivamente +51% e +49%, a fronte di Europa cresciuta “solo” del 33%.
Tornando all’Italia, il nostro Paese ha registrato una crescita in tutti i quattro principali comparti dell’agroalimentare: nel dairy la quota di mercato passa dal 3,46% dal 2013 al 4,75% del 2022, con un valore dell’export di 5,4 miliardi di dollari); nei prodotti a base di cereali il valore dell’export nel 2022 è di 8,3 miliardi di dollari, corrispondenti a una quota di mercato dell’8,34% (era il 7,95% nel 2013), nelle conserve e nei preparati di frutta e verdura l’export del 2022 vale 5 miliardi di dollari, con una quota di mercato del 6,46% (6,38% nel 2013) e nel settore beverage l’Italia ha anche scalato una posizione, passando dal terzo al secondo posto del ranking, con un valore nominale dell’export nel 2022 pari a 12,6 miliardi di dollari, corrispondenti ad una quota di mercato dell’8,5%. A conferma di quanto è emerso dai dati precedenti, in questi settori Francia e Germania hanno subito un’erosione delle proprie quote di mercato. Mostrano un trend di crescita anche Belgio, Olanda e Polonia.
Il presidente di Fiere di Parma, Franco Mosconi, nel suo intervento ha evidenziato come “questa edizione di Cibus cada in un momento particolarmente intenso sotto il profilo strategico per la nostra società. Nella prima metà del 2023 abbiamo raggiunto un importante accordo societario con Fiera Milano, la quale ha conferito a Fiere di Parma il ramo d’azienda TuttoFood. Oggi inauguriamo Cibus 2024, e stiamo già lavorando all’edizione 2025 di TuttoFood che si terrà a Milano dal 5 all’8 maggio del prossimo anno. I due grandi player nazionali hanno deciso di unire le forze per guardare allo sviluppo internazionale del settore agrifood italiano. È proprio qui che s’innesta la seconda dimensione strategica”. “Dal 2016 il polo fieristico – prosegue – ha in essere una proficua collaborazione con Koelnmesse nel settore meccano-alimentare. E basti pensare ai numeri della recente edizione di Cibus Tec. Ebbene, forti di questi due passaggi, stiamo ora lavorando a un terzo, di cruciale importanza: ossia, il rafforzamento della partnership fra FdP e Koelnmesse lungo la direttrice Parma-Milano-Colonia”.