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VIDEO | Francesca Albanese (Onu): “Di solito mi invitano, invece Tajani non ha voluto incontrarmi”

MondoVIDEO | Francesca Albanese (Onu): “Di solito mi invitano, invece Tajani non ha voluto incontrarmi”

ROMA – “Quando visito un paese, generalmente sono le autorità che mi invitano. In Spagna, sono stata accolta a braccia aperte dal ministro degli Esteri, mi è stato detto che sono ‘un orgoglio europeo’. In Italia ho chiesto un incontro con le istituzioni per conferire riguardo alla situazione della popolazione palestinese e israeliana, e sulle preoccupazioni delle Nazioni Unite e dei relatori indipendenti, il ministro Tajani semplicemente ha declinato l’invito“. Lo ribadisce Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati, intervistata dai cronisti a margine della conferenza stampa alla Camera dei Deputati sul tema ‘Gaza e Cisgiordania: Convenzione sul genocidio, giustizia internazionale e ruolo della società civile palestinese’, organizzata da Aoi, Arci, Assopace Palestina e Amnesty International, in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare per la Pace tra Palestina e Israele.

A GAZA 42 MILA MORTI IN 11 MESI. E ORA IL CONFLITTO SI STA ESPANDENDO IN CISGIORDANIA

Sollecitata sul perché una parte della comunità internazionale accusi Israele di compiere un genocidio a Gaza, la relatrice risponde: “A 11 mesi dall’assalto più violento nei confronti della Striscia di Gaza in cui sono morte principalmente a causa dei bombardamenti israeliani 42mila persone, fra cui 17mila bambini, Israele è accusato da tanti di aver commesso un genocidio perché, attraverso atti criminosi, sta perseguendo la distruzione di una parte del Popolo palestinese. Il grosso rischio è che quello che non si è riusciti a prevenire a Gaza si stia espandendo alla Cisgiordania“. Albanese afferma: “Condotte molto simili a quello che è successo a Gaza si stanno riproponendo in Cisgiordania, come la distruzione massiccia di abitazioni, di infrastrutture civili, di ospedali, la segregazione ancora più fitta della popolazione, il numero delle uccisioni, l’incidenza delle torture”.

Dal 7 ottobre, giorno in cui i combattenti di Hamas hanno sferrato un attacco nel sud di Israele, con oltre 1.200 morti, secondo Albanese “sono state arrestate tre le 10mila e le 12mila persone, per la maggior parte in Cisgiordania. Le organizzazioni non governative palestinesi e israeliane denunciano un vero e proprio network di torture“.

“TRA I CITTADINI ISRAELIANI UN ODIO DORMIENTE VERSO I PALESTINESI”

La relatrice speciale dell’Onu osserva che “c’era un odio ideologico dormiente nella società israeliana, che si è letteralmente scatenato dalla violenza del 7 ottobre, e che è diventato dottrina politica. Per questo si parla di genocidio: perché si sta proseguendo la distruzione di un popolo”.
Al governo italiano, infine, l’esperta Onu suggerisce: “Deve conformarsi al diritto internazionale, come prevedono anche obblighi costituzionali, e quindi deve sospendere immediatamente le relazioni militari con lo stato d’Israele, quindi la compravendita di armi e servizi strategici. Anche il carburante che si usa per i jet che bombardano Gaza e altre parti dei Territori palestinesi occupati. E poi deve considerare anche la sospensione degli accordi commerciali. Questa- chiarisce Albanese- non è la mia posizione, bensì lo prevede il diritto internazionale riaffermato due mesi fa dalla Corte di Giustizia internazionale che ha riconosciuto l’occupazione che Israele mantiene a Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est, come illegale, quindi da smantellare immediatamente sia mentalmente che con le colonie, e deve risarcire i palestinesi”.

ALBANESE (ONU): “ITALIA SOSPENDA RELAZIONI CON ISRAELE”

“Israele sta cercando attraverso la guerra, come ha fatto nel 1948 e nel 1967, di conquistare porzioni di terra scacciando la popolazione palestinese. Trovo per questo scioccante l’indifferenza dell’Italia rispetto alla crisi in corso. Adotti subito delle sanzioni contro Israele, un embargo su armi e carburante per i jet che bombardano Gaza e Cisgiordania e sospenda le relazioni con Israele. Ho chiesto un incontro con il ministro degli Esteri Tajani per discutere di questa situazione, ma lo ha declinato senza addurre motivazioni”. Lo dichiara Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati, nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati sul tema ‘Gaza e Cisgiordania: Convenzione sul genocidio, giustizia internazionale e ruolo della società civile palestinese’, organizzata da Aoi, Arci, Assopace Palestina e Amnesty International, in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare per la Pace tra Palestina e Israele.

La relatrice insiste sull’importanza di un’azione internazionale congiunta per “fermare il genocidio” in corso dal 7 ottobre a Gaza, “un termine forte”, dice, “che non dobbiamo avere paura di usare, come non dobbiamo avere paura di dire che Israele esercita apartheid sui palestinesi”.
“A marzo- evidenzia ancora Albanese- avevo già concluso un report in cui rilevavo che Israele stava commettendo atti di genocidio a Gaza. Non è stato fermato ed è proseguito”. Nel frattempo, dice ancora la relatrice, “la Corte internazionale di giustizia (Icj) ha riconosciuto”, in due procedimenti distinti, “la plausibilità del genocidio di Israele su Gaza, inoltre ha confermato anche l’accusa di complicità della Germania nel genocidio commesso da Israele, accogliendo la denuncia del Nicaragua”, basata sul fatto che la Germania ha fornito armi che potrebbero essere state usate dell’esercito a Gaza. Anche di fronte a queste decisioni del tribunale internazionale dell’Onu, la comunità internazionale “non è intervenuta”.

“Eppure- avverte ancora Albanese- la Convenzione sul genocidio così come le misure della Icj servono proprio a prevenire il crimine di genocidio, e costituiscono anche un obbligo per gli Stati, che devono interrompere ogni cooperazione con lo Stato – in questo caso Israele – che viene riconosciuto violatore del diritto internazionale”.
Fermare la crisi umanitaria a Gaza, così come quella politica in Israele, secondo Albanese “è un atto necessario per il futuro del popolo palestinese ma anche per quello israeliano che corre il rischio per la sua esistenza stessa”.

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